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Transgressive Fiction: Il genere letterario provocatorio che dobbiamo rivitalizzare


Non c'è dubbio che la letteratura, in tutte le sue molteplici forme, è in grado di allargare i confini e sfidare le norme. E in qualità di persona che ha sempre trovato conforto e ispirazione nella parola scritta, sono sempre stato particolarmente attratto dalla Transgressive Fiction. Il suo confronto senza paura dei canoni sociali, la sua volontà di danzare sul filo del rasoio di ciò che è considerato tabù e la sua provocazione come mezzo per interrogarci nell'introspezione mi hanno sempre affascinato.


Tuttavia, recentemente, non ho potuto fare a meno di notare che la Transgressive Fiction (come molte altre forme d’arte simili) viene relegata nell'ombra. Troppo controversa o inquietante per il consumo di massa, le sue audaci narrazioni sono sempre più ignorate. Siamo diventati così avversi al disagio e disposti a nasconderci e scappare dalle realtà scomode servite crude che la Transgressive Fiction osa proporre?


Dal canto mio, spero in un grande ritorno della Transgressive Fiction. Auspico che queste narrazioni scomode eppure coinvolgenti ritrovino il loro posto nel mainstream, lasciando che ci sconvolgano, ci disturbino e, soprattutto, ci facciano pensare.


Transgressive Fiction: un genere di ribellione e riflessione


La Transgressive Fiction è nata dalla controcultura degli anni '60, dall'etica punk degli anni '70 e dalla disillusione della Generazione X negli anni '80 e '90. Era il riflesso dei tempi, una critica senza peli sulla lingua delle norme sociali, le strutture politiche e della condizione umana. Si è evoluta insieme ai cambiamenti degli scenari e delle strutture socio-politiche, fungendo da specchio ai cambiamenti e alle evoluzioni della nostra psiche collettiva.


L'impatto del genere non si è limitato solo ai libri. La sua influenza si è propagata nei film, nelle serie televisive e nelle Graphic Novels. Pensate all'iconica trasposizione di "American Psycho" di Bret Easton Ellis. In una scena memorabile, il protagonista, Patrick Bateman, commette atti di violenza orribili con un atteggiamento quasi noncurante, accompagnato da un’allegra canzone pop. È una contrapposizione inquietante che ci costringe a confrontarci con la realtà di un individuo affascinante e di successo che conduce una vita di violenze impensabili. Su una linea simile, l'adattamento di "Arancia Meccanica" esplora la psiche di un giovane ultra-violento in una società distopica. Queste narrazioni ci sfidano ad affrontare di petto i temi tabù e a mettere in discussione i nostri usi e costumi.


La serie televisiva "Breaking Bad" - anche se non può essere considerata un esempio di Transgressive Fiction - prende in prestito pesantemente diversi cavilli del genere. Siamo portati ad empatizzare con Walter White, un insegnante di chimica in declino che diventa un noto produttore di metanfetamine. Mentre Walter scivola sempre più in basso nella scala morale, siamo obbligati a riflettere sulla natura della moralità, delle circostanze e dell'umanità.


L'impatto della Transgressive Fiction nel mondo reale


Alcuni potrebbero sostenere che la Transgressive Fiction è eccessivamente provocatoria o che sfrutta l'effetto shock per creare semplice sensazionalismo (un po' come fanno da tempo molte testate giornalistiche). Ma è davvero così? Forse in alcuni casi. Ma penso a Chuck Palahniuk, un autore che ho letto con voracità, noto per le sue narrazioni trasgressive. I suoi romanzi, come "Fight Club", spesso presentano personaggi alienati e scontenti che agiscono in modo scioccante e violento. Ma non si tratta di violenza e shock fini a se stessi. Sono un attento esame, e una critica della società in cui viviamo e a quello che consideriamo normale.


Gillian Flynn, un'altra autrice che ammiro, adotta un approccio leggermente diverso nel suo romanzo "Gone Girl". Ci presenta un narratore inaffidabile e una narrazione inquietante che svela il lato oscuro delle relazioni e del matrimonio. Lo fa senza il valore di shock esplicito ma riesce comunque a provocare il lettore a mettere in discussione le regole non scritte della nostra convivenza.


Anche autori del mondo delle Graphic Novels come Garth Ennis, noto per le sue opere come "Preacher" e "The Boys" (entrambe trasposte in serie tv da Amazon - con mia sorpresa - in modo molto fedele allo spirito delle opere su carta), meritano una menzione. La sua audace narrazione mette spesso in discussione le istituzioni religiose, valori accettati collettivamente e la natura dell'eroismo con una narrazione profana, blasfema e intrisa di sangue.


Qualcuno deve pur portare avanti la tradizione contro le tradizioni e il trend del momento


Il auspicio per un ritorno in grande stile della Transgressive Fiction, non è un invito allo shock e al disagio fini a se stessi (anche se alle volte pure così non guastano). È un invito al pensiero, all'introspezione, al dibattito. È un invito a accogliere narrazioni che osano sfidare, interrogare e dar fastidio. La Transgressive Fiction è l'equivalente letterario di una spruzzata d'acqua fredda su un volto assonnato - scioccante, scomodo, ma in definitiva rinfrescante.


Mentre affrontiamo le sfide di una nuova era, abbiamo bisogno di generi come la Transgressive Fiction per evitare di diventare troppo intorpiditi, troppo compiacenti. Abbiamo bisogno di narrazioni che ci scuotano, ci agitino e ci costringano a mettere e metterci in discussione tutto e tutti (senza diventare troppo paranoici ovviamente, al contrario imparando anche ad affrontare tutto con una nota di dark humor).


Se c’avete la sbatta potete unirvi a me nel cercare di ridare un po' di lustro a questo genere, esplorandolo nelle sue profondità, mettendolo in discussione, e portando avanti la conversazione. Condividete le vostre opere trasgressive preferite e i vostri pensieri su di esse nei commenti qui sotto. Facciamo di questo spazio un luogo di dibattito vivace e stimolante.


Ricordatevi, Mad Head Ride è il vostro biglietto per un viaggio provocatorio e intellettualmente stimolante. E la Transgressive Fiction è solo una delle fermate lungo il percorso.


A presto,


Davide Catena



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